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dal 28 Marzo al 4 Aprile 2010

9a SETTIMANA MONDIALE della Diffusione in Rete Internet nel MONDO de

" i Quattro VANGELI " della CHIESA CATTOLICA , Matteo, Marco, Luca, Giovanni, testi a lettura affiancata scarica i file cliccando sopra Italiano-Latino Italiano-Inglese Italiano-Spagnolo

L'ARGOMENTO DI OGGI

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Tettamanzi: "Vescovo difende gregge"

Omelia per Sant'Ambrogio:

"Sempre notte per gli eretici"

le celebrazioni del patrono di milano

2009-12-07

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Elettrici Antinvendio

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DG

Studio Tecnico

Dalessandro Giacomo

SUPPORTO ENGINEERING-ONLINE

 

L'ARGOMENTO DI OGGI

 

Il Mio Pensiero:

COME SI PUO' DEFINIRE CATTOLICO CHI NON PRATICA L'AMORE PER IL PROSSIMO, LA CARITA', LA VIA, VERITA', VITA ?

NON SI PUO' LIMITARE L'AMORE PER IL PROSSIMO PERCHE' NON SI E' CAPACI DI PERSEGUIRE LA DELINQUENZA, I DELITTI, ED ADDIRITTURA SI LIMITA' LA CAPACITA' DI INVESTIGAZIONE E RICERCA DEI DELINQUINTI PER NON LIMITARE LA PRIVACI.

A CHI DELINQUE NON SI PUO' CONSENTIRE IL DIRITTO DI PRIVACI, PERCHE' CON IL LORO AGIRE TOLGONO LORO LA LIBERTA' AGLI ALTRI SE NON LA VITA ! ! !

Per. Ind. Giacomo Dalessandro

Dal Sito Internet di

 

CORRIERE della SERA

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2009-12-07

E Avvenire spara sul Carroccio: polemica sguaiata, slogan senza verità e misericordia

Bertone: "Tettamanzi grande pastore"

Napolitano: "Fondamentale impegno"

Il segretario di Stato vaticano al fianco dell'arcivescovo dopo gli attacchi della Lega: "Sta con il suo popolo"

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NOTIZIE CORRELATE

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Affondo della Lega su Tettamanzi Il Pdl si sfila. E il vescovo: "Sono sereno" (7 dicembre 2008)

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Tettamanzi: "Generosità e sobrietà per far tornare grande Milano" (4 dicembre 2009)

L'arcivescovo di Milano, Dionigi Tettamanzi (Ansa)

L'arcivescovo di Milano, Dionigi Tettamanzi (Ansa)

MILANO - Il segretario di Stato vaticano, il card. Tarcisio Bertone, raccomanda "il rispetto e la verità anche per il cardinale di Milano, Dionigi Tettamanzi, che è un grande pastore della chiesa ambrosiana e del suo popolo". E il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, evidenzia che "l'impegno della Chiesa è fondamentale per la società". In particolare, a chi gli chiedeva se la Chiesa facesse bene a chiedere rispetto, Napolitano ha detto: "Certamente. Tante volte la religione è un fatto pubblico e l’impegno della Chiesa nella vita sociale è essenziale anche da un punto di vista della società civile". All'indomani degli attacchi della Lega all'arcivescovo del capoluogo lombardo, accusato di pensare più ai Rom e agli stranieri che alla difesa dei simboli della religione cattolica, si alza dunque il livello delle prese di posizione, dopo che già nella giornata dedicata a Sant'Ambrogio, patrono di Milano, da tutto il mondo politico e anche da esponenti del Pdl si erano levati scudi in difesa del numero uno della Chiesa meneghina.

IL MESSAGGIO DEL PAPA - Bertone, che è intervenuto a margine della visita di Napolitano alla Biblioteca Ambrosiana per la mostra su leonardo, ha ricordato l’ultimo Angelus di Benedetto XVI per rispondere alla critiche del quotidiano la Padania e del ministro Roberto Calderoli: "Come ha detto il Papa, ricchi e poveri, paesi sviluppati e abitanti di paesi sottosviluppati, siamo tutti protagonisti della stessa vita. Dobbiamo salvarci insieme. Mi sembrano la parole più chiare e prospetticamente più adeguate". C’è stato anche un momento scherzoso tra il cardinale Bertone e lo stesso Tettamanzi, quando il primo ha parlato dell’impegno dell’arcivescovo di Milano "a dare tutta la vita per il suo popolo". Pronta la risposta di Tettamanzi che, sorridendo, ha detto: "Non sono ancora un martire...".

L'AFFONDO DI "AVVENIRE" - Nel frattempo un attacco alla Lega Nord arriva dal quotidiano dei vescovi italiani, Avvenire: "Ci sono polemiche che fanno rumore - sottolinea il giornale di piazza Carbonari -, ma portano vergogna e imbarazzo solo su chi le scatena, non certo su chi le subisce". In un corsivo non siglato, che sta dunque ad indicare la linea ufficiale del quotidiano, e intitolato "Quegli slogan senza verità e senza misericordia", si parla di una polemica "sguaiata". Quelli dei leghisti, per Avvenire, sono attacchi "che mistificano il magistero di un vescovo ancorato (...) alla serena fedeltà al Vangelo". Sono insomma "parole gravi e vuote, che hanno suscitato il calore del popolo attorno al proprio pastore e la preoccupata e trasversale reazione di tanti rappresentanti delle istituzioni e dei diversi partiti. Questo conta. Questo dice di Milano e dell'Italia molto più di qualunque parola scomposta e vana". Lo stesso segretario di Stato vaticano, interpellato dai cronisti, ha detto di "sottoscrivere a pieno" il fondo di Avvenire, evidenziando che "le autorità politiche e amministrative mi sembra si siano mosse in questa direzione" esprimendo la necessità di coniugare "legalità e accoglienza".

IL NUOVO ATTACCO DELLA PADANIA - Sul fronte opposto, però, la Lega continua nella sua polemica contro Tettamanzi. E sulla Padania un intervento a firma di Giuseppe Reguzzoni spiega che la tradizione cattolica è "invisa alle menti aperte della Curia milanese". Il punto difeso da Reguzzoni è che "per la tradizione dogmatica della Chiesa Cattolica la libertà religiosa non può essere confusa con il relativismo e nemmeno con l'incoraggiamento di altre fedi da parte di chi ha l'autorità pastorale di guidare una comunità ecclesiale". "Non nascondiamoci dietro un dito - scrive l'articolista della Padania - ad essere inquietante è l'apologia che certi prelati spacciano per libertà religiosa , idea che da Pio IX e Benedetto XVI è stata unanimemente condannata". "È evidente - continua l'articolo di Reguzzoni - che il divieto dei minareti in Svizzera e e l'opposizione alla proliferazione delle moschee a Milano non è una forma di coercizione ma solo la limitazione di aspetti architettonici simbolici e dunque carichi di significati ostili alla nostra cultura e alla nostra democrazia se non in aperti conflitto con essa". "È altrettanto evidente - sottolinea l'articolo del quotidiano leghista - che certi vescovi dovrebbero essere preoccupati di lasciare intatta la dottrina tradizionale cattolica circa il dovere delle società verso la vera religione evitando posizioni che possono essere interpretate come una manifestazione di indifferentismo religioso".

LE ALTRE REAZIONI - Tra le prese di distanza dalla linea leghista che arrivano dalle fila del centrodestra vanno segnalate quella del ministro per l'attuazione del programma, Gianfranco Rotondi, secondo cui "lLaicità è anche garantire il diritto della Chiesa ad alzare la voce: se quella di Tettamanzi è un'opinione scomoda, anzichè spegnergli il microfono è laico alzargli il volume"; e quella del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Carlo Giovanardi, il quale rileva che "fanno più notizia le battute cretine che il convinto impegno di ogni giorno contro ogni forma di razzismo e di xenofobia".

 

08 dicembre 2009

 

 

 

 

 

le celebrazioni del patrono di milano

Tettamanzi: "Vescovo difende gregge"

Omelia per Sant'Ambrogio: "Sempre notte per gli eretici"

MILANO - Un invito alla "serenità e responsabilità " per i vescovi e i presbiteri: così l'arcivescovo di Milano cardinale Dionigi Tettamanzi ha 'letto' le parole di Sant'Ambrogio, patrono di Milano di cui si celebra oggi la festa. Nell'omelia della messa solenne nella Basilica di Sant'Ambrogio, Tettamanzi ha sottolineato la figura del Buon Pastore e il suo compito di proteggere e custodire il gregge dai lupi che Ambrogio individuava negli eretici. "Non sono forse da paragonare a codesti lupi - continua Tettamanzi citando le parole di Sant'Ambrogio - gli eretici, i quali stanno in agguato presso gli ovili di Cristo, e fremono attorno ai recinti più di notte che di giorno? È sempre notte per gli increduli, i quali, per quanto è loro possibile, si danno da fare per offuscare e oscurare la luce di Cristo con le nebbie di interpretazioni sinistre¨ Stanno a spiare quando il pastore è assente, e per questo fanno di tutto sia per uccidere sia per esiliare i pastori delle Chiese, perchè se i pastori sono presenti, non possono assalire le pecore di Cristo".

TENSIONE - La festa milanese cade in un nuovo momento di tensione tra l'arcivescovo e la Lega per l'ennesimo articolo polemico di ieri sulla Padania e l'intervista di Calderoli oggi a Repubblica. Ma ieri sera lo stesso leader della Lega, Umberto Bossi, aveva preso le distanze dalla posizione del giornale del partito che si chiedeva se Tettamanzi fosse il vescovo o l'imam di Milano. E oggi, nella festa di Sant'Ambrogio, l'omelia di Tettamanzi è dedicata proprio ai vescovi, partendo dalla testimonianza di un testo di Sant'Ambrogio: "Da questo testo... emerge - ha detto Tettamanzi -, anche se solo per rapidissimi accenni, la fisionomia pastorale propria dei Vescovi. Ad essi è affidata, come da preciso incarico, la cura, la custodia del gregge, ossia del popolo di Dio. È una custodia che comporta di riunire il gregge e in particolare di vigilare sul gregge e cosi difenderlo dagli assalti delle bestie spirituali, ossia dagli errori di quei lupi rapaci che sono gli eretici".

 

07 dicembre 2009

 

REPUBBLICA

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2009-12-08

Il segretario di Stato vaticano interviene nella polemica Lega-arcivescovo di Milano

Il presidente difende il ruolo del Vaticano. Duro editoriale di Avvenire: "Slogan indegni"

Bertone difende Tettamanzi: "Rispetto"

Napolitano: "Chiesa essenziale per società"

Bertone difende Tettamanzi: "Rispetto" Napolitano: "Chiesa essenziale per società"

Il segretario di Stato, cardinale Tarcisio Bertone

ROMA - Il segretario di Stato vaticano, cardinale Tarcisio Bertone, interviene nella polemica aperta dalla Lega con gli attacchi all'arcivescovo di Milano Dionigi Tettamanzi. "Raccomando rispetto e verità per il cardinale Tettamanzi", ha detto il cardinale. E sul caso interviene anche Giorgio Napolitano, accolto dal cardinale alla Biblioteca Ambrosiana: "L'impegno della Chiesa nella vita sociale è essenziale per la società italiana. Tante volte ho detto che la religione è un fatto pubblico".

Contro le affermazioni della Lega, duro editoriale dell'Avvenire: "Chi è arrivato a sostenere che l'arcivescovo di Milano si occuperebbe politicamente solo di rom e di musulmani e non avrebbe mai difeso il crocifisso - scrive il gionale dei vescovi - "sostiene sogan indegni, senza misericordia e senza verità. Sono polemiche - sostiene la testata cattolica - che fanno rumore, ma portano vergogna e imbarazzo solo su chi le scatena, non certo su chi le subisce".

Nel coro di solidarietà che si è levato ieri dal mondo cattolico in difesa del pastore della diocesi ambrosiana, c'è anche la voce di padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa del Vaticano. Il portavoce papale confida il suo "stupore e disappunto" per quanto è stato detto contro l'arcivescovo: "Il cardinale di Milano Dionigi Tettamanzi è un pastore autorevole e guida instancabile", punto di riferimento della Chiesa italiana per il suo impegno a favore "dell'accoglienza degli immigrati, della promozione umana e dell'aiuto ai più deboli". Parole che Tettamanzi ha commentato con una battuta ironica: "Non sono ancora un martire".

(8 dicembre 2009)

 

 

 

 

 

La "amarezza" del cardinale Martini. Il movimento "Noi siamo Chiesa": la Lega è pagana

Padre Lombardi, portavoce del Papa: Tettamanzi conosce bene la sua diocesi ed è vicino ai più deboli

Il Vaticano avverte il Carroccio

"Siamo stupiti, adesso basta"

di ORAZIO LA ROCCA

Il Vaticano avverte il Carroccio "Siamo stupiti, adesso basta"

Dionigi Tettamanzi

CITTÀ DEL VATICANO - "Rispetto e stima incondizionata per il cardinale di Milano Dionigi Tettamanzi, pastore autorevole e guida instancabile", ma anche punto di riferimento della Chiesa italiana per il suo impegno a favore "dell'accoglienza degli immigrati, della promozione umana e dell'aiuto ai più deboli". Nel coro di solidarietà che si è levato ieri dal mondo cattolico in difesa del pastore della diocesi ambrosiana, c'è anche la voce di padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa del Vaticano. Il portavoce papale confida a Repubblica il suo "stupore e disappunto" per quanto è stato detto contro un arcivescovo che - viene ricordato da Oltretevere - è anche autorevole esponente del Collegio cardinalizio, dopo essere stato vescovo di Ancona, segretario generale della Cei e arcivescovo di Genova. Dalla diocesi ligure Tettamanzi fu chiamato a Milano a prendere il posto del cardinale Carlo Maria Martini, il quale proprio ieri ha confidato ai suoi collaboratori di essere "amareggiato" per gli ingiustificati attacchi diretti al suo successore, al quale ha riconfermato, spiega chi gli sta vicino, "tutta la sua stima e riconoscenza in un momento così delicato".

Analoghi sentimenti si colgono anche in Vaticano. "Il cardinale Tettamanzi - dichiara padre Lombardi - è una figura di grande rilievo della Chiesa in Italia ed è degna del massimo rispetto. Conosce bene la diocesi di Milano, di cui è autorevole pastore, e sa quali sono i messaggi opportuni per la comunità ecclesiale che gli è affidata e per il popolo di Milano e della Lombardia, per promuovere il senso della solidarietà e della convivenza civile". Pur senza nominare direttamente la Lega, padre Lombardi avverte che "non si può parlare di lui con espressioni non rispettose o addirittura offensive e non ha senso cercare di contrapporlo ad altre autorità ecclesiastiche. Non è certo questa la via per contribuire al bene comune, che è al centro delle preoccupazioni del cardinale Tettamanzi".

La Santa Sede - oltre che Avvenire, che sul caso pubblicherà oggi un commento - farà sentire ulteriormente la sua vicinanza all'arcivescovo milanese anche con il cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone, che oggi sarà a Milano per un doppio appuntamento: la celebrazione del quarto centenario della Biblioteca-Pinacoteca Ambrosiana insieme al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e la messa in duomo per l'Immacolata. In entrambe le circostanze, Bertone sarà affiancato da Tettamanzi, in difesa del quale scendono in campo anche numerosi vescovi e cardinali, specialmente quelli che lo hanno conosciuto negli anni in cui era a Roma come segretario generale Cei e rettore del Pontificio Seminario Lombardo.

"Nessuna giustificazione a questi attacchi contro un pastore e un maestro" dichiara l'arcivescovo Elio Sgreccia, presidente emerito della Pontificio Accademia per la Vita, che ama ricordare di Tettamanzi "la sua grande competenza in materia di morale e la sua attenzione agli immigrati". "Forse a qualche partito non può far piacere - aggiunge monsignor Sgreccia - ma questo non può giustificare un attacco così volgare". "Incomprensibile e ingiustificabile quanto è stato detto contro l'arcivescovo di Milano, una persona retta per la quale nutro da sempre tanta, tanta stima" afferma il cardinale Francesco Marchisano. "Non è tollerabile che si dicano certe cose contro una figura come Tettamanzi" protesta il cardinale Giovanni Cheli, che dell'arcivescovo di Milano mette in rilievo "l'autorevole ruolo nel Collegio cardinalizio, dove è unanimemente stimato ed apprezzato per le sue doti umane e pastorali per l'accoglienza a poveri ed immigrati. Se certa politica non è d'accordo, ci dispiace perché è il Vangelo che ci parla di accoglienza e solidarietà. E il Vangelo non è politica, per fortuna".

Si mobilita in difesa di Tettamanzi anche l'associazionismo. L'Azione cattolica di Milano gli ha scritto una lettera aperta nella quale si impegna a "mettere in pratica tutti i suoi insegnamenti". Solidarietà è pure dall'Amci (Associazione medici cattolici italiani) di cui il cardinale Tettamanzi è assistente spirituale, e da "Noi siamo Chiesa", un movimento del dissenso cattolico, che definisce la Lega "un partito pagano".

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2009-12-07

Il Carroccio contro il "discorso alla città" di due giorni fa in cui l'arcivescovo

aveva bacchettato le amministrazioni sui temi della moralità e dell'accoglienza

La Padania attacca Tettamanzi

"Ma è un vescovo o un imam?"

Bossi: la gente vuole la tradizione. Il cardinale: resto sereno

di ZITA DAZZI e TERESA MONESTIROLI

La Padania attacca Tettamanzi "Ma è un vescovo o un imam?"

Il cardinale Dionigi Tettamanzi, arcivescovo di Milano

MILANO - "Onorevole Tettamanzi", titolava a tutta pagina la Padania di ieri. Nell'articolo, un affondo ancora più pesante: "Cardinale o imam? Se lo chiedono in molti. Tettamanzi la città la vive poco". L'attacco del quotidiano della Lega all'arcivescovo di Milano arriva a freddo, due giorni dopo il Discorso alla città, annuale omelia in occasione della festa patronale di Sant'Ambrogio. Discorso nel quale l'arcivescovo di Milano ha bacchettato la giunta di Letizia Moratti e le istituzioni sui temi della moralità e dell'accoglienza, esortando gli amministratori a far rifiorire il tradizionale "solidarismo ambrosiano".

Alla Padania non sono piaciute le critiche del cardinale alla recente raffica di sgomberi che ha messo sulla strada 250 rom di un accampamento abusivo alla periferia della città. Tema caro al Carroccio ribadito anche ieri sera il suo leader Umberto Bossi che da Milano, dove ha incontrato il sindaco Moratti per l'inaugurazione del presepe a Palazzo Marino, ha detto: "La gente oltre alla cristianità dà peso alla tradizione e si sente sicura quando la tradizione è rispettata". Tradizione "a rischio - secondo il ministro delle Riforme - se facciamo venire troppa gente che porta le proprie di tradizioni", e da salvare e proprio con simboli della cristianità come il presepe.

Ma le parole più dure arrivano dall'organo di stampa del Carroccio che arringa: "Alla faccia della legalità che dovrebbe essere la preoccupazione anche della massima autorità religiosa. Tettamanzi ci ha abituato alle sue alquanto originali aperture alla presenza di moschee in ogni quartiere". E ancora: il cardinale non si occupa di quel "che teoricamente dovrebbe interessare di più la chiesa", cioè la sentenza europea sul crocefisso, l'avanzata dell'Islam "che reclama sempre più privilegi senza fare alcuna menzione dei doveri", la crisi delle vocazioni.

L'arcivescovo - dicono in Curia - non è preoccupato per il clima di scontro politico innescato dalle sue parole. Ma il nervosismo fra i suoi collaboratori è palpabile di fronte ai nuovi attacchi della Lega e alla freddezza del sindaco che, uscendo dalla chiesa, aveva commentato gelida: "Credo che la nostra città, che accoglie il maggior numero di stranieri in tutta Italia, sia una città accogliente e che chiede di rispettare la legalità".

Tettamanzi, dopo aver letto la Padania, ha deciso di non raccogliere la provocazione. "Il cardinale è sereno - spiegano in Curia - . È impegnato a scrivere il pontificale per la festa di Sant'Ambrogio (che si terrà stamattina, ndr), a preparare la messa dell'Immacolata che celebrerà in Duomo con il segretario di Stato del Vaticano Tarcisio Bertone. Ed è molto preso anche per l'incontro col presidente della Repubblica Giorgio Napolitano alla biblioteca Ambrosiana".

Il clima di sconcerto in Curia è dovuto anche al fatto che si è lavorato a lungo alla stesura del Discorso. Era calibrato fin nelle virgole, proprio per evitare le polemiche, come successe l'anno scorso dopo l'invito a lasciare costruire "luoghi di culto per tutte le fedi".

Gran parte dell'intervento, quest'anno, è stato dedicato all'esaltazione delle forze positive della città, alla generosità con cui in molti hanno contribuito al fondo istituito da Tettamanzi per sostenere le famiglie colpite dalla crisi. Ma l'eurodeputato Matteo Salvini della Lega, attacca con forza: "Il cardinale è lontano dal sentire collettivo, quando si ostina a rappresentare i rom come le vittime del sistema invece che la causa di molti problemi. A Radio Padania hanno chiamato molti ascoltatori cattolici che dicono: "le guance da porgere sono finite"".

© Riproduzione riservata (7 dicembre 2009

 

 

 

Tettamanzi: la città deve cambiare rotta

Qui c'è troppa immagine e poca sobrietà

Severo monito del Cardinale nel tradizionale discorso di Sant'Ambrogio

di Zita Dazzi

Nel Discorso di Sant’Ambrogio — pronunciato nella basilica del santo patrono, davanti a tutte le autorità cittadine — Dionigi Tettamanzi sferza le istituzioni parlando delle occasioni mancate, dello smarrimento di quel "solidarismo ambrosiano" caratteristico della città. Loda l’Expo ma paventa il rischio di infiltrazione mafiosa negli appalti. Denuncia la diffusione della droga "non solo fra i giovani". Esorta a "cambiare gli stili di vita", chiede una rinnovata "sobrietà nei consumi". Protesta contro la "cultura dell’e ccesso, dello spreco, dell’esagerazione". Condanna l’ultimo sgombero che ha lasciato senza tetto 250 rom senza riguardo nemmeno per i bambini.

L’arcivescovo di Milano chiede più solidarietà, difende i poveri, torna a parlare di crisi economica, del lavoro che manca o che è precario per i giovani. E attacca sui temi che stanno al centro dell’agenda politica della giunta Moratti. Sull’Expo l’avvertimento è chiaro: è "una sfida significativa" ma la "speranza è che questo evento possa far da traino per un ripensamento globale di Milano in una visione profondamente etica e responsabile". Il cardinale sottolinea che c’è una Milano generosa e solidale col prossimo. Ringrazia la chiesa, il volontariato, quelli che chiama "angeli della quotidianità", quasi contrapponendoli alle mancanze degli amministratori: "Senza di loro la città sarebbe sicuramente più difficile".

E, davanti a quel sindaco che per magnificare i risultati e gli obiettivi futuri della sua giunta ha fatto stampare e spedire a casa dei milanesi 750mila copie di un opuscolo costato quasi 300mila euro, si interroga: "Non abbiamo la sensazione che si punti alla costruzione di campagne di immagine, nascondendo la consistenza reale dei problemi? Chi è chiamato a operare per gli altri deve mettere al centro delle proprie attenzioni i problemi delle persone e risolverli".

 

Il cardinale chiede "un sussulto di moralità" anche perché "la nostra Città è interessata da grandi opere che esigono ingenti quantità di denaro e per le quali sono possibili interferenze e infiltrazioni di criminalità organizzata". Chi governa deve avere "coscienza morale, rettitudine nell’agire, gestione corretta del denaro pubblico". Non dimentica il tema degli "ultimi", sul quale già in passato si sono consumate polemiche aspre con le istituzioni.

La politica degli sgomberi non piace al cardinale: "La risposta delle istituzioni ai rom non può essere l’azione di forza, senza alternative e prospettive". Diverse famiglie zingare senza tetto sono state ospitate da famiglie milanesi. Il cardinale elogia i cittadini che si sono fatti carico dei senza tetto: "La chiesa, il volontariato e altre forze positive hanno dimostrato e rinnovano la propria disponibilità per l’integrazione. Non possiamo distruggere ogni volta la tela del dialogo e dell’accoglienza nella legalità che pazientemente alcuni vogliono tessere". In chiesa, alla fine del discorso, prorompe l’urlo isolato di un uomo: "Vi supplico basta sgomberi dei rom, tutelate almeno i bambini"

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All’uscita il sindaco Letizia Moratti commenta gelida: "Milano è una città aperta, solidale e che merita un grande rispetto e un grande amore. Credo che la nostra città, che accoglie il maggior numero di stranieri in tutta Italia, sia una città accogliente e che chiede di rispettare la legalità". Il presidente della Regione Roberto Formigoni sul rischio di infltrazioni mafiose negli appalti dell’Expo precisa: "È un pericolo che abbiamo denunciato da tempo. Già diversi mesi fa abbiamo dato vita a un comitato per vigilare contro le infiltrazioni della malavita".

(05 dicembre 2009)

 

 

 

 

La religione senza Dio

di ILVO DIAMANTI

È impossibile separare la religione dalla politica, in Italia. Tanto più dopo la fine della Dc, quando la Chiesa è tornata a rappresentare i valori, i principi, ma anche gli interessi dei cattolici in Italia, in modo autonomo e diretto. Il fatto è che oggi altri soggetti, oltre alla Chiesa, svolgono lo stesso ruolo. Talora in competizione, perfino in disaccordo con essa. Come dimostra la pesante polemica lanciata, ieri, dalla Lega contro il cardinale Dionigi Tettamanzi, arcivescovo di Milano.

Ma gli esempi sono molti. Basta pensare alla proposta di inserire la croce nel tricolore. La bandiera nazionale. Avanzata (ancora) dalla Lega e apprezzata dal ministro Frattini, dopo il referendum che, in Svizzera, ha bloccato la costruzione dei minareti. D'altronde, la Lega si oppone alla costruzione delle moschee in molte realtà locali, insieme ad altri gruppi e partiti politici della destra (non solo) estrema. Xenofobia e islamofobia si mischiano e si richiamano reciprocamente, in nome delle radici cristiane dell'Europa e, soprattutto, dell'Italia. Come dimostrano le polemiche suscitate dalla decisione della Corte europea contro l'esposizione del crocifisso nei luoghi pubblici. Criticata, in Italia, da gran parte delle forze politiche, di destra e di sinistra. Tutte impegnate a difendere l'identità cattolica. Anche a costo di entrare in contrasto con la Chiesa. Di assumere posizioni più clericali della Chiesa. Non nel caso del crocifisso, ovviamente, ma nelle altre vicende citate. Le moschee, i minareti. In generale: le politiche sull'immigrazione e i rapporti con gli stranieri. Su cui la Chiesa, attraverso le sue organizzazioni e i suoi media, ma anche attraverso la gerarchia (non solo il cardinale Tettamanzi, ma tutta), ha assunto posizioni molto lontane dalla Lega e dal centrodestra. Schierandosi a favore del diritto di culto e di fede religiosa, anche per gli islamici. E, dunque, in disaccordo con le guerre di religione lanciate contro i minareti e le moschee. E contro gli immigrati.

Da ciò il singolare (ricorrente) contrasto, fra la Chiesa e la Lega - spesso affiancata dagli alleati di centrodestra - nella rappresentanza dei valori religiosi e della "comunità cattolica". Il fatto è che il valore della religione va ben oltre i confini della fede e della comunità dei credenti. D'altronde (Demos, 2007), l'insegnamento della religione nella scuola pubblica, in Italia, è approvato da 9 persone su 10. E dalla maggioranza degli stessi elettori di sinistra. Lo stesso per l'esposizione del crocifisso. Perché, come ha rammentato il sociologo Jean-Paul Willaime su Le Monde: "Tutte le società europee, per quanto secolarizzate, non sono mai uscite del tutto da una concezione territoriale di appartenenza religiosa; gli stessi immaginari nazionali non sono completamente neutri dal punto di vista religioso".

Così, anche in presenza di un declino sensibile della pratica rituale, ai partiti populisti diviene possibile riattivare - e sfruttare - le componenti religiose dell'identità nazionale e territoriale. Non solo: la religione viene usata come strumento di consenso partigiano ed elettorale. Lo ha fatto la Lega fin dagli anni Novanta, in polemica aperta e dura contro la Chiesa nazionale, nemica della secessione. Lo scontro è proseguito in seguito, sui temi della solidarietà sociale, soprattutto verso gli immigrati. Sulla questione dell'integrazione. La Lega, in altri termini, si è proposta essa stessa alla guida di una religione senza Chiesa - e senza Dio. I cui valori, simboli, luoghi vengono fatti rientrare dentro i confini dell'identità territoriale. Ne diventano riferimenti fondamentali. D'altronde, il ruolo della religione nella costruzione dell'immaginario locale e nello stesso mondo intorno a noi - per riprendere la suggestione di Willaime - è innegabile e molto visibile. Un santo al giorno, scandisce il calendario. Le festività. Gli atti che accompagnano la biografia di molte persone: dal battesimo al matrimonio fino al funerale. E ancora, ogni giorno: le ore battute dai campanili. I quali, insieme alle chiese e alle cattedrali, fanno parte del nostro paesaggio quotidiano. Il che spiega, in parte, la reazione sollevata dalla possibile costruzione di luoghi di culto di altre religioni. Le moschee. Figuriamoci i minareti. Capaci di produrre una rottura rispetto al passato, resa visibile - anzi: appariscente - da uno skyline urbano inedito. Il che genera incertezza e inquietudine, soprattutto quando, come in questa fase, le appartenenze territoriali - nazionali e locali - sono scosse violentemente dalla globalizzazione, ma anche dai mille muri sorti dopo la caduta del Muro.

In Italia questo problema appare particolarmente rilevante, perché si tratta di un paese diviso, con un'identità nazionale debole e incompiuta. La Lega offre, al proposito, risposte semplici e rassicuranti a problemi complessi. Reinventa la tradizione per rispondere al mutamento. Recupera le radici cristiane di una società secolarizzata, le impianta sul territorio. Ricorre a simboli antichi per affrontare problemi nuovi. Lo spaesamento, l'inquietudine suscitata dai flussi migratori. Gli stranieri diventano, anzi, una risorsa importante per rafforzare l'appartenenza locale. Per chiarire chi siamo Noi attraverso il distacco dagli Altri.

Lo stesso crocifisso si trasforma in simbolo unificante, avulso dal suo significato. È la croce da associare al tricolore. Dove la croce è più importante del tricolore. Una bandiera che, secondo la Lega, evoca una nazione inesistente. Mentre la croce evoca lo "scontro fra civiltà". La crociata contro l'Islam, che ha l'epicentro nel Nord, dove l'immigrazione è più ampia. D'altra parte, su questi temi gli italiani e gli stessi cattolici si trovano spesso d'accordo con la Lega e con gli alleati di governo (a cui essa detta la linea). Molto meno con le posizioni solidali e tolleranti espresse dalla Chiesa (Demos per liMes, 2008).

La sfida della Lega è, dunque, insidiosa. Perché etnicizza la religione. Costruisce, al tempo stesso, una patria e un'identità. Ma anche una religione alternativa. In tempi segnati da una domanda di appartenenza e di senso acuta e diffusa.

Di fronte a questa sfida, le scomuniche e l'indignazione rischiano di risultare risposte insufficienti. Inadeguate. Per gli attori politici. (Tutti, non solo quelli di sinistra. Anche per gli alleati di centrodestra). Ma soprattutto per la Chiesa.

© Riproduzione riservata (7 dicembre 2009

L'UNITA'

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2009-12-08

L'Avvenire: slogan indegni

"Raccomando il rispetto e la verità anche per il cardinale di Milano, Dionigi Tettamanzi, che è un grande pastore della chiesa ambrosiana e del suo popolo". Lo ha detto oggi a Milano il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato Vaticano, che insieme allo stesso Tettamanzi, ha accolto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Il cardinal Bertone difende l'arcivescovo di Milano oggetto i duri attacchi da parte della Lega Nord per le sue aperture ai problemi degli immigrati.

Sul caso, ha preso posizione anche il quotidiano L'Avvenire. "Slogan indegni, senza misericordia e senza verità"., è scritto in un editoriale della testata cattolica in cui si commentano le affermazioni di chi "è arrivato a sostenere che l'arcivescovo di Milano si occuperebbe "politicamente" solo di rom e di musulmani e non avrebbe mai difeso il crocifisso".

"Ci sono polemiche - sostiene la testata cattolica - che fanno rumore, ma portano vergogna e imbarazzo solo su chi le scatena, non certo su chi le subisce. È il caso di quella sguaiata scatenata nei confronti dell'arcivescovo di Milano, cardinale Dionigi Tettamanzi, da un articolo della Padania, giornale leghista, e da un'intervista del ministro Roberto Calderoli".

Contro il cardinale Tettamanzi sono state indirizzate "parole gravi e vuote, che - si legge ancora nell'editoriale - hanno suscitato il calore del popolo attorno al proprio pastore e la preoccupata e trasversale reazione di tanti rappresentanti delle istituzioni e dei diversi partiti". "Questo conta. Questo dice, continua a dire, di Milano e dell'Italia molto più di qualunque parola scomposta e vana", conclude il quotidiano dei vescovi.

08 dicembre 2009

 

 

 

2009-12-07

"Tettamanzi è un imam", valanghe di critiche su Bossi

Una valanga di critiche su Bossi per quella che è stata considerata una vera e propria aggressione della Lega nei confronti del cardinale Dionigi Tettamanzi, arcivescovo di Milano. Bossi gli ha dato dell'Imam, Calderoli aveva detto che l'arcivescovo di Milano "non parla ai milanesi", aggiungendo che "E' come mettere in Sicilia un sacerdote mafioso". E si era chiesto: "Perché Tettamanzi non è mai intervenuto in difesa del crocifisso? Perché parla solo dei rom?"

"Sono sereno, in questo momento riscopro il dono della libertà che trova radice e forza nella responsabilità". Così l'arcivescovo di Milano Dionigi Tettamanzi ha commentato, subito dopo la messa solenne per Sant'Ambrogio nella basilica dedicata al patrono di Milano, gli attacchi della Padania e del ministro Calderoli. "La mia bussola - ha aggiunto - è la parola del Vangelo e le esigenze profonde stampate in ogni persona". Commentando l'affermazione di Calderoli secondo cui l'arcivescovo è lontano dal territorio, ha replicato: "Non so se c'è ne è un altro in così alto loco che stia così in mezzo alla gente". Subito dopo la messa il cardinale è stato avvicinato da molte persone che lo hanno salutato.

"E' bello che si difendano le tradizioni, il crocifisso e il presepe ma, con una battuta ironica, dico che chi guarda il presepe vede che è pieno di extracomunitari", risponde Fini. L'identità non è una fortezza sotto assedio, la nostra identità non preclusiva", e il fatto che le radici dell'Europa siano giudaico cristiane", non significa che oggi nella UE non ci siano altre identità".

La battuta di Fini sul presepe ha suscitato poi le repliche degli altri due relatori dell'incontro alla Comunità di Capodarco. È Il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini ha fatto notare che, sì, ci sono molti extracomunitari nel presepe", proprio a partire da Gesù Cristo". Si è poi accodato il presidente della Commissione Antimafia, Giuseppe Pisanu, osservando che Gesù Cristo ha dovuto "chiedere anche l'asilo politico".

Ma è tutto il mondo cattolico a reagire all'aggressione leghista. Il deputato Pd Pierluigi Castagnetti ha commentato: "L'aggressione al Cardinale Tettamanzi da parte del senatore Calderoli non è solo un problema politico o, come si dice, di civiltà dei rapporti. Calderoli è Ministro del Governo e, dunque, è problema del governo. Il Presidente del Consiglio non ha nulla da dire? E i parlamentari cattolici del PDL, silenziosi quando 'Il Giornalè ha aggredito il direttore di Avvenire, continuano a non aver nulla da dire dopo le parole di questo Ministro del loro Governo?"

Parole di solidarietà con il cardinale Tetamanzi, anche da Rocco Buttiglione: "Come tutti i milanesi ci stringiamo intorno al successore di Sant'Ambrogio e San Carlo, il quale esprime i valori fondanti della comunità cristiana milanese. Sono inaccettabili e incomprensibili gli attacchi politici di questi giorni al cardinale Dionigi Tettamanzi", dice il Presidente dell'Udc, che esprime piena solidarietà all'Arcivescovo di Milano.

Anche il ministro per l'attuazione del programma, Gianfranco Rotondi, usa parole di aspra critica all'attacco di Calderoli: "Sono un estimatore anche entusiasta delle virtù politiche del collega Calderoli, meno, naturalmente, di quelle teologiche; per cui mi affretto ad esprimere stima a Tettamanzi, vescovo amato da tutti i cittadini della città più accogliente del mondo.Naturalmente, in questo caso parlo come accolto, operando da anni a Milano in piena sintonia coi milanesi che ci sono nati".

07 dicembre 2009

il SOLE 24 ORE

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2009-12-08

Napolitano e Bertone in difesa di Tettamanzi: "Chiesa essenziale per la società"

8 dicembre 2009

Il Cardinale Dionigi Tettamanzi (Ansa)

La Lega attacca Tettamanzi. Il cardinale: "Sono sereno"

Il Carroccio attacca Tettamanzi, ma guarda al Vaticano

di Carlo Marroni

Documenti / L' omelia del cardinale Tettamanzi per la festa di S.Ambrogio

 

"Non c'è nessun problema, ma raccomando rispetto e verità anche per il cardinale di Milano, Dionigi Tettamanzi, che è un grande pastore della chiesa ambrosiana e del suo popolo". Il segretario di Stato vaticano, Tarcisio Bertone, proprio dal capoluogo lombardo, prende le difese dell'arcivescovo della città meneghina dopo i duri attacchi della Lega Nord al prelato, accusato di essere "progressista" e troppo vicino alle esigenze degli immigrati, dei rom e dei musulamani. Il cardinale Bartone, che ha accolto con lo stesso Tettamanzi il presidente della Repubblica Napolitano in visita alla biblioteca Ambrosiana, e che celebrerà con l'arcivescovo di Milano la messa solenne per la festa dell'Immacolata, ha citato l'ultimo Angelus del Papa per rispondere alla critiche del quotidiano la Padania prima, e del ministro della Semplificazione, Roberto Calderoli: "Ricchi e poveri, paesi sviluppati e abitanti di paesi sottosviluppati, siamo tutti protagonisti della stessa vita. Dobbiamo salvarci insieme. Mi sembrano la parole più chiare e prospetticamente più adeguate". Il primo ministro vaticano ha detto di sottoscrivere in pieno il fondo del quotidiano della Cei Avvenire, che oggi prende le difese del cardinale e critica la accuse leghiste ("Quegli slogan senza verità e senza misericordia"), pur esprimendo apprezzamento per quelle autorità politiche e amministrative che cercano di coniugare, in termini di immigrazione, legalità e accoglienza. Tra Bertone e Tettamanzi c'è stato anche un siparietto scherozoso, quando il primo ha parlato dell'impegno dell'arcivescovo di Milano "a dare tutta la vita per il suo popolo". Pronta la risposta di Tettamanzi che, sorridendo, ha detto: "Non sono ancora un martire...".

Sulla vicenda è intervenuto anche il portavice vaticano, padre Federico Lombardi, che, in colloquio con Repubblica, ha espresso "stupore e disappunto" per l'attacco della Lega e "rispetto e stima incondizionata" all'arcivescovo di Milano, "pastore autorevole e guida instancabile", punto di riferimento della Chiesa italiana per il suo impegno a favore "dell'accoglienza degli immigrati, della promozione umana e dell'aiuto ai più deboli". In Vaticano, inoltre, "il cardinale Tettamanzi è una figura di grande rilievo della Chiesa italiana ed è degna del massimo rispetto. Non si può parlare di lui con espressioni non rispettose o addirittura offensive e non ha senso cercare di contrapporlo ad altre autorità ecclesiastiche", ha riferito padre Lombardi, stigmatizzando il tentativo di Calderoli di far riferimento a Papa Ratzinger, contrapponendolo al cardinale di Milano. Fuori dal campo ecclesiale ma sempre dal capoluogo lombardo, arriva al cardinale Tettamanzi anche il sostegno del presidente della Repubblica, secondo il quale "l'impegno della Chiesa nella vita sociale è essenziale per la società italiana". (M. Do.)

8 dicembre 2009

 

 

 

 

 

 

2009-12-07

La Lega attacca Tettamanzi

Il cardinale: "Sono sereno"

di Massimo Donaddio

7 dicembre 2009

Il cardinale Dionigi Tettamanzi (Ansa)

Il Carroccio attacca Tettamanzi, ma guarda al Vaticano

di Carlo Marroni

Documenti / L' omelia del cardinale Tettamanzi per la festa di S.Ambrogio

"Dai nostri archivi"

Il Carroccio attacca Tettamanzi, ma guarda al Vaticano

Pesanti le accuse del ministro Calderoli all'arcivescovo: "È come un sacerdote mafioso in Sicilia". Ieri la Padania si chiedeva: "È un vescovo o un imam?"

 

Un invito ai vescovi e ai sacerdoti "alla serenità e alla responsabilità nel difendere il gregge dai lupi", che per il patrono di Milano Sant'Ambrogio erano gli eretici. Il cardinale Dionigi Tettamanzi sceglie di sottolineare la figura del "buon pastore" nell'omelia della messa solenne nella Basilica di Sant'Ambrogio (nel giorno di festa in cui la città di Milano ricorda il proprio patrono, vescovo nel quarto secolo) e di tenersi lontano dalle pesanti critiche partite dalla Lega Nord in questi giorni nei suoi confronti.

La festa del patrono di Milano cade infatti in un nuovo momento di tensione tra l'arcivescovo e la Lega per l'ennesimo articolo polemico di ieri sullaPadania nei confronti del prelato e l'intervista di Calderoli oggi a Repubblica, anche se già ieri sera lo stesso leader leghista, Umberto Bossi, aveva preso le distanze dalla posizione del giornale del partito che si chiedeva se Tettamanzi fosse "il vescovo o l'imam di Milano". Nell'omelia il cardinale, accusato di "parlare solo dei rom, senza essere mai intervenuto in difesa del Crocifisso", ha scelto di non replicare direttamente agli esponenti leghisti, ma di centrare la sua catechesi esclusivamente sull'immagine del buon pastore del patrono di Milano, che riflette sul piano terreno quella di Cristo, ma che è modello per tutti i pastori della Chiesa, in particolare dei vescovi.

Il ministro leghista Roberto Calderoli, nell'intervista rilasciata a Repubblica, aveva invece pronunciato parole di fuoco contro il presule milanese: "La grande capacità della Chiesa territoriale dovrebbe essere la vicinanza con il territorio. Tettamanzi con il suo territorio non c'entra proprio nulla. Sarebbe come mettere un prete mafioso in Sicilia".

A margine della celebrazione liturgica, però, l'arcivescovo del capoluogo lombardo ha detto di sentirsi sereno: "In questo momento riscopro il dono della libertà che trova radice e forza nella responsabilità". "La mia bussola - ha aggiunto - è la parola del Vangelo e le esigenze profonde stampate in ogni persona". Richiesto di commentare l'affermazione del ministro Calderoli secondo cui l'arcivescovo sarebbe lontano dal territorio, Tettamanzi ha replicato: "Non so se c'è ne è un altro in così alto loco che stia così in mezzo alla gente". Subito dopo la messa il porporato è stato avvicinato da moltissime persone che lo hanno salutato e gli hanno stretto la mano.

L'uscita del Carroccio ha suscitato un coro di reazioni critiche: il ministro del Pdl Rotondi ha preso le distanze da Calderoli, e così hanno fatto Buttiglione e Casini dell'Udc. Critiche esplicite anche da Filippo Penati del Pd, ex presidente della Provincia di Milano, e dalla fondazione Farefuturo, vicina al presidente della Camera Gianfranco Fini. Duro contro Calderoli anche Beppe Pisanu del Pdl: "A Tettamanzi si è voluta impartire una lezione di pastorale cristiana da parte di un esperto di matrimoni celtici". Il leader della Lega Nord, Umberto Bossi, ha cercato di ridimensionare le polemiche, caldeggiando l'idea di collocare un presepe in ogni scuola e in ogni Comune, sulla scorta di quanto fatto a Palazzo Marino dal sindaco di Milano, Letizia Moratti. Secondo Bossi il presepe è un elemento della "tradizione": "La gente oltre alla cristianità dà peso alla tradizione e si sente sicura quando la tradizione è rispettata", ha detto il leader leghista. Immediata, e nel merito, la replica di Gianfranco Fini a Bossi: "È bello che si difendano le tradizioni, il crocifisso e il presepe ma, con una battuta ironica, dico che chi guarda il presepe vede che è pieno di extracomunitari".

7 dicembre 2009

 

 

 

 

 

 

 

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